Tra i vari disegni e disegnini conservati dagli anni settanta c'è qualcosa di particolare, che costituisce
la mia prima attività grafica strutturata e programmata (anche se non conclusa).
Si tratta di un
fumetto, con tanto di premessa, presentazione accurata dei protagonisti
e descrizione della
location.
L' idea prese origine da uno di quei
brain storming effettuati con alcuni amici nei quali si
inanellavano
stupende sequenze di emerite cavolate nei lunghi giorni di ozi estivi.
Il piu prolifico in questo era il mio amico
Marcello che ebbe anche l' idea di raccogliere
e sistematizzare questo materiale, dargli un senso e costruirci una storia.
Ci venne in mente di poter fare di questa storia un fumetto, e cominciammo a lavorarci, costruendo
luoghi,
situazioni e
personaggi e per un certo periodo
la nostra produzione andò avanti con una certa regolarità, poi il tempo passò, trovammo altri interessi vennero
altri impegni e quei quaderni finirono sigillati in un cassetto.
Tutto questo, che nelle nostre intenzioni sarebbe dovuto diventare un prodotto seriale, aveva un titolo:
THE WILD BUNCH - L' Orda Selvaggia.
Riproporre oggi queste pagine ha forse solo un valore personale e nostalgico, ma alcuni spunti ci sembrano ancora
divertenti e quindi, grazie alle tecnologie digitali abbiamo recuperato i contenuti di quei fragili e sbiaditi
quaderni e li riproponiamo (quasi) come erano in origine.
Un brutto posto...
In uno dei disegni di presentazione, usato come base per la copertina di queste pagine, si possono
vedere, collocati in un paesaggio quasi lunare, i sette protagonisti della serie, un improbabile cannone e,
sulla destra, il titolo contornato da un' alba livida.
La composizione dell'immagine è a riquadri con uno spazio bianco che li separa come in una pagina a
fumetti, appunto.
Vista oggi con occhi smaliziati l'immagine appare come un
ossimoro scritto-grafico.
Infatti, come nel celebre dipinto di Magritte
(La trahison des images, 1928-1929) l'immagine tradisce il testo scritto.
"The Wild Bunch", il
Mucchio Selvaggio o L'
Orda Selvaggia, come noi lo avevamo
tradotto, si scontra palesemente con l' immagine di questi soldatini, tutti (o quasi) sull' attenti con le
divise
stirate e gli
stivaletti col tacco al posto degli anfibi.
In realtà, andando a leggere il fumetto, ci si accorge fin dalle prime pagine che i nostri non sono poi così
inquadrati, anzi, a dispetto dei gradi e delle mostrine, vige una vera e propria
anarchia dove ognuno fa quello
che vuole e dice quello che gli pare, poco importa se un tenente si rivolge a un colonnello nel modo riportato
nella vignetta a lato
(v. pag. 17) o che a terrorizzare tutto il corpo ufficiali sia un
semplice caporale.
È una
classe dirigenziale pervasa da un individualismo esasperato, dove ognuno ripropone
sempre se stesso nonostante i ripetuti fallimenti.
Ed è una vera e propria
casta.
La gerarchia piramidale, che nel gruppo dirigente risulta così blanda, all'esterno viene applicata in maniera
rigidissima.
Con la popolazione, schiavi di nome e di fatto,
non esiste rapporto
di alcun tipo se non di completo asservimento, salvo alcuni indispensabili contatti svolti attraverso un tramite,
un poveraccio che si trova ad essere odiato e bistrattato da tutti.
La stessa distanza
"più che abissale" la ritroviamo all' apice della gerarchia dove domina addirittura un
essere superumano.
Dall' altra parte ci sono i nemici giurati verso cui esercitare il più assoluto, incondizionato, atavico e
incomprensibile odio: i
Laomedonti, un popolo, anzi una genia che sembra ottenuta
con un assurdo esperimento di
clonazione umana, visto che sono tutti assolutamente identici, salvo
il loro capo Laoconte e pochissimi altri comprimari.
Nel mezzo la gente "normale" di Pueblo Bonito, disgraziati annichiliti e senza futuro che
ricordano un po' i
prolet del
"1984" di Orwell.
Insomma, una
distopia dove sembrano essersi depositati gli
ingredienti peggiori del
nostro tempo, ambientata in un luogo aspro, ostile e senza donne.
Già, perché in effetti ciò che appare completamente assente nei due campi
avversari è l' elemento femminile.
Forse è per questo che sono tutti così irascibili.
[continua...]
Buon divertimento!
Kuiry